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La preghiera è un dialogo tra due partners: l’uomo e Dio. Un dialogo che è mutato a seconda dei tempi e che si è riempito di formule, linguaggi e contenuti diversi. Soprattutto, la preghiera è sempre stata strettamente legata alla fede, seguendone, perciò i destini tra crisi e risvegli. La presente crisi di fede ha perciò imposto una crisi della preghiera. Che cosa resta dunque oggi della preghiera se non uno stare in disparte come Elia presso il torrente Charit?
Elia è la parabola della preghiera. Egli attendeva il Signore nel silenzio e Dio rispondeva. Forse l’uomo d’oggi per ricominciare a pregare deve solo mettersi in disparte e attendere. Non sa più cosa dire a- Dio, non sa più cosa chiedere, non sa come fare la preghiera. Preso dal ritmo febbricitante della vita, stufo dei linguaggi usati e consumati, quasi sempre oratore e quasi mai ascoltatore, se vuole garantirsi una continuità di fede stia gratuitamente in disparte e attenda. Non più un corvo, ma lo Spirito, mattino e sera, verrà a dargli del cibo, il pane del deserto: la preghiera. L’autore non pensa di aver detto cose nuove, né si vuole collocare nella scia dei maestri spirituali che sanno dare ricette ai cristiani di tutti i giorni. Vuole semplicemente narrare e dichiarare il suo cammino nell’esperíenza della preghiera. Esperienza monastica anche, ma di chi, non separato dagli uomini né geograficamente né cultualmente, vive lavorando e riposando nello sforzo quotidiano compiuto con dei fratelli di ascoltare la voce dell’Evangelo. L’autore infine non è sicuro di aver capito bene che cosa sia la preghiera e quindi mormora ogni giorno: « Signore, insegnami a pregare! »

Enzo Bianchi
Il corvo di Elia
© edizioni Gribaudi, 1972

Fonte:  Il blog di Enzo Bianchi – Libri

In cammino

Pubblicato: 2 dicembre 2012 da Francesco Lacarbonara in Tra cielo e terra
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Siamo come viandanti che per un momento si fermano e cantano;
ancora intorpiditi dalle pene del viaggio.

Ben lo sappiamo che, sulla montagna dell’oggi non possiamo piantare le tende della pace.

Ben lo sappiamo che dobbiamo ripartire scendere nelle pianure ostili, risalire le valli, guadare i fiumi, traversare i deserti, e camminare ancora e sempre ancora.

Ma sappiamo anche che un giorno a noi sconosciuto, giungeremo alle porte della Città il cui re è un Bambino e la cui sola luce è l’Agnello immolato.

Per questo noi ti rendiamo grazie, Padre santo, per averci donato un poco di questa gioia che domani lieviterà il mondo

quando il Figlio tuo, vincitore, si porrà alla testa dell’immenso corteo umano e riconsegnerà il regno ormai maturo per la festa definitiva e sicura.

Noi allora regneremo con Lui per i secoli dei secoli.

Amen.

Per l’avvento del Regno

Pubblicato: 25 novembre 2012 da Francesco Lacarbonara in Tra cielo e terra
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Preghiamo che Gesù regni su di noi,

che la nostra terra sia liberata dalla guerra e dagli assalti dei desideri della carne

e che allora quando questi saranno cessati,

ognuno riposi all’ombra della sua vite, del suo fico, del suo olivo.

Sotto la protezione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

riposa l’anima che ha ritrovato in sé la pace della carne e dello spirito.

A Dio eterno gloria nei secoli dei secoli.

Amen

Origene, Omelia XXII sul libro dei numeri.

Qualunque cosa rechi questo giorno

Pubblicato: 18 novembre 2012 da Francesco Lacarbonara in Tra cielo e terra
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Al cominciar del giorno, Dio, ti chiamo.
Aiutami a pregare e a raccogliere i miei pensieri su di te; da solo non sono capace.

C’è buio in me, in te invece c’è luce;
sono solo, ma tu non m’abbandoni; non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto;
sono inquieto, ma in te c’è la pace; c’è amarezza in me, in te pazienza; non capisco le tue vie ,
ma tu sai qual è la mia strada.

Padre del cielo, siano lode e grazie a te per la quiete della notte,
siano lode e grazie a te per il nuovo giorno.

Signore, qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato! Amen.

Dietrich Bonhoeffer

Tutto quanto esiste, Te prega

Pubblicato: 11 novembre 2012 da Francesco Lacarbonara in Tra cielo e terra
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Tutto quanto esiste, Te prega

tutti gli esseri Ti rendono omaggio, o Dio,

quelli che parlano e quelli che non parlano,

quelli che pensano e quelli che non pensano.

Il desiderio dell’universo, il gemito di tutte le cose, salgono verso di Te.

Tutto quanto esiste, Te prega

ed a Te ogni essere che sa vedere

dentro la Tua creazione,

un silenzioso inno fa salire a Te.

Gregorio di Nazianzo, Poesie dogmatiche

Compagni di volo

Pubblicato: 4 novembre 2012 da Francesco Lacarbonara in Tra cielo e terra
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Compagni di volo

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita;

ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto:

possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare,

Signore, che tu abbia un’ala soltanto, l’altra la tieni nascosta,

forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me;

per questo mi hai dato la vita:
perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami, allora, a librarmi con Te.

Perché vivere non è trascinare la vita,

non è strapparla, non è rosicchiarla,

vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia

di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore.

Tu mi hai dato il compito
di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.

Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala,

l’unica ala inesorabilmente impigliata

nella rete della miseria e della solitudine

e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te;

soprattutto per questo fratello sfortunato,

dammi, o Signore, un’ala di riserva.

Don Tonino Bello